venerdì 21 novembre 2014

Un eroismo che non serve a nulla.

Dovrei reagire.
Mentre sto fermo so che non bisogna farlo, che farà male dopo. Bisogna piangere, rompersi.
È pericoloso restare in asse, esattamente dove si è, senza spostarsi di un millimetro, mentre tutto cade.
È un eroismo che non serve a nulla.

martedì 11 novembre 2014

Senza meta.

Non avere una meta è comunque una meta.
E cercare è di per se un obbiettivo.
La vita non ha uno scopo, è solo un viaggio.

mercoledì 22 ottobre 2014

Qualunque fiore tu sia.

Qualunque fiore tu sia, quando verrà il tuo tempo sboccerai.
Non esiste fiore migliore di quello che
si apre nella pienezza di cio che è.
Ε quando ti avverrà
potrai scoprire che andavi sognando
di essere un fiore che ancora doveva fiorire.
Daisaku Ikeda, Qualunque fiore tu sia.

Ognuno di noi ha dentro di sé potenzialità illimitate, riserve di coraggio e positività che spesso rimangono inutilizzate perché viviamo in una società che non incoraggia e non insegna a guardarsi dentro. Per la velocità a cui dobbiamo vivere, consumare e produrre, anzi, I'introspezione è un vero e proprio ostacolo da eliminare. Eppure questa saggezza innata, se stimolata e liberata, ci consentirebbe di stare meglio, di risolvere i conflitti personali, di superare Ie difficoltà senza lasciarci abbattere e trasformare i problemi in opportunità. E ci farebbe sentire pienamente realizzati, come fiori finalmente sbocciati.

domenica 19 ottobre 2014

Gentilezza ovvero Apriamoci.

Poche cose ho capito della vita. O forse non ho capito proprio niente. Ma di alcune cose sono, abbastanza, sicuro perché ne vedo gli effetti giorno dopo giorno. Per me il lunedì è, ogni settimana, un nuovo inizio. Esco da quella stanza sottoterra a Messina dopo aver parlato con una bellissima Anima e vedo sempre il mondo in modo diverso. Questa settimana ho capito un bel po' di cose: ci sono vari livelli di comunicazione, c'è quella non verbale, dei gesti, c'è quella urlata, dell'odio del rancore, delle cose non dette, delle bestie, e poi ci sono anche i silenzi, che sono pur sempre comunicazione. Ma quello che ho capito è che bisogna parlare parlare parlare, sempre. È inutile non dirsi le cose, è inutile gridarle quando non ce n'è di bisogno, ma sopratutto è inutile stare in silezio. Perché il silenzio crea rabbia, rancore, idee sbagliate, pensieri diversi su concetti uguali. Ho capito che una soluzione c'è, ed è pure molto semplice. E rende tutto molto più semplice. Ci vuole semplicemente più gentilezza, con tutte le bellissime persone che ci circondano ma sopratutto con noi stessi. Trattiamoci bene, dobbiamo passarci tutta la vita con noi stessi. E trattiamo bene le persone intorno a noi, perché una vita in solitudine non è bella, e sopratutto è difficile. Apriamoci.

martedì 14 ottobre 2014

sabato 11 ottobre 2014

giovedì 2 ottobre 2014

Aspettare...

- Ogni tanto mi chiedo cosa mai stiamo aspettando.
Silenzio.
- Che sia troppo tardi, madame.

lunedì 22 settembre 2014

Mr. Bartleboom ama ancora.

Posa la penna, piega il foglio, lo infila in una busta. Si alza, prende dal suo baule una scatola di mogano, solleva il coperchio, ci lascia cadere dentro la lettera, aperta e senza indirizzo. Nella scatola ci sono centinaia di buste uguali. Aperte e senza indirizzo. Ha 38 anni, Bartleboom. Lui pensa che da qualche parte, nel mondo, incontrerà un giorno una donna che, da sempre, è la sua donna. Ogni tanto si rammarica che il destino si ostini a farlo attendere con tanta indelicata tenacia, ma col tempo ha imparato a considerare la cosa con grande serenità. Quasi ogni giorno, ormai da anni, prende la penna in mano e scrive. Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare. Ε a chi, se non a lei? Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle
-Ti aspettavo.
Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà Ie lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prendera gli anni -i giorni, gli istanti- che quell'uomo, prima ancora di conoscerla, gia Ie aveva regalato. O forse, piu semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell'uomo -Tu sei matto.
Ε per sempre lo amerà.

Alessandro Baricco, Oceanomare.

domenica 21 settembre 2014

Ce la farò, vero?

Volevo dire che io la voglio, la vita, farei qualsiasi cosa per poter averla, posso anche impazzire ma la vita quella non voglio perdermela, io la voglio, davvero, dovesse anche fare un male da morire è vivere che voglio. Ce la farò, vero?

Troppo fragile per vivere, troppo vivo per morire.

sabato 20 settembre 2014

Calabrone.

La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola.
Albert Einstein.

domenica 14 settembre 2014

Desiderio di un bacio.

Ho scoperto cosa c’è di peggio di un bacio negato quando lo desideri: un bacio ricevuto quando ormai è troppo tardi.

lunedì 26 maggio 2014

Come in amore così in guerra.

Ogni amante è un soldato; anche Amore ha il suo campo militare; credimi, ogni amante è un soldato. [...]
Marte è incerto e Venere non sicura: anche se vinti, certi si risollevano mentre quelli che si direbbe non possano mai soccombere, cadono.

Ovidio, Amores, I, 9.

sabato 24 maggio 2014

Altrove.

《Forse questo posto esiste solo dentro di noi. Ed è lì che dobbiamo provare a cercarlo.》Si interrompe.《E se non riusciamo a  trovarlo, bisogna inventarlo.》Perché a volte non serve partire, fuggire. Il vero altrove, spesso, è dovo già siamo, e possiamo trovarlo solo se abbiamo la forza di affrontarlo. Muoversi da fermi, accettando la realtà. E solo così cambiarla.  Muoversi da fermi, o fare le valigie per il mondo. Un passo dopo l'altro.

dal libro "Rosso Istanbul" di Ferzan Ozpetek.

venerdì 23 maggio 2014

Futuro.

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.

Nazim Hikmet.

mercoledì 21 maggio 2014

Rosso istanbul.

"Amore. Che cos' ho imparato sull'amore?Quello che ho imparato sull'amore è che l'amore esiste. O forse, più semplicemente, quello che ho imparato e imparo sull'amore è quello che racconto nei miei film. E cioè che non dimentichiamo mai le persone che abbiamo amato, perché rimangono sempre con noi; qualcosa le lega a noi in modo indissolubile, anche se non ci sono più. Ho imparato che ci sono amori impossibili, amori incompiuti, amori che potevano essere e non sono stati. Ho imparato che è meglio una scia bruciante, anche se lascia una cicatrice: meglio l’incendio che un cuore d’inverno. Ho imparato, e in questo ha ragione mia madre, che è possibile amare due persone contemporaneamente. A volte succede: ed è inutile resistere, negare, o combattere. Ho imparato che l'amore non è solo sesso: è molto, molto di più. Ho imparato che l'amore non sa nè leggere nè scrivere. Che nei sentimenti siamo guidati da leggi misteriose, forse il destino o forse un miraggio, comunque qualcosa di imperscrutabile e inspiegabile. Perché, in fondo non esiste mai un motivo per cui ti innamori. Succede e basta. È un entrare nel mistero: bisogna superare il confine, varcare la soglia. E cercare di rimanerci, in questo mistero, il più a lungo possibile."

Ferzan Ozpetek.

"I suoi film sembrano libri, la sua vita è un romanzo. Era inevitabilr che Ferzan Ozpetek diventasse scrittore." La Stampa.

martedì 20 maggio 2014

Ascolta il tuo cuore.

"Perché devo ascoltare il mio cuore?"
"Perché non riuscirai mai a farlo stare zitto. E per quanto tu finga di non ascoltare ciò che dice, sarà sempre nel tuo petto e continuerà a ripetere quello che pensa della vita e del mondo."
dal libro "L'alchimista" di Paulo Coelho.

lunedì 12 maggio 2014

Leggenda Personale.

II ragazzo non sapeva neppure che cosa fosse la Leggenda Personale.
"È quello che hai sempre desiderato fare. Tutti, all'inizio della gioventù, sanno qual è la propria leggenda personale.
In quel periodo della vita tutto è chiaro, tutto è possibile, e gli uomini non hanno paura di sognare e di desiderare tutto quello che vorrebbero veder fare nella vita. Ma poi, a mano a mano che il tempo passa, una misteriosa forza comincia a tentare di dimostrare come sia impossibile realizzare la Leggenda Personale."
Le parole del vecchio non avevano molto senso per il ragazzo, che tuttavia voleva sapere quali fossero quelle "forze misteriose": la figlia del commerciante sarebbe rimasta a bocca aperta.
"Sono Ie forze che sembrano negative, ma che in realtà ti insegnano a realizzare la tua Leggenda Personale. Preparano il tuo spirito e la tua volontà. Perché esiste una grande verità su questo pianeta: chiunque tu sia ο qualunque cosa tu faccia, quando desideri una cosa con volontà,  è perché questo desiderio è nato nell'anima dell'Universo. Quella cosa rappresenta la tua missione sulla Terra."
"Anche se si tratta soltanto di viaggiare? O di sposare la figlia di un commerciante di tessuti? "
"Oppure di cercare un tesoro. L'Anima del Mondo è alimentata dalla felicità degli uomini. O dall'infelicità, dall'invidia, dalla gelosia. Realizzare la propria Leggenda Personale è il solo dovere degli uomini. Tutto è una sola cosa. E quando tu desideri qualcosa, tutto l'Universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio."
da "L'alchimista" di Paulo Coelho.

giovedì 8 maggio 2014

Dimmi che non vuoi morire.

La cambio io la vita che non ce la fa a cambiare me.
La cambio io la vita che mi ha deluso più di te.
Portami al mare, fammi sognare.
Dimmi che non vuoi morire.

domenica 4 maggio 2014

A volte pensi.

A volte pensi che per cominciare a vivere davvero devi prima capire chi sei, fare le scelte giuste, mettere tutto in ordine: ma alla fine la tua vita sarà il modo in cui hai vissuto. Il modo in cui stai vivendo adesso.

venerdì 2 maggio 2014

martedì 29 aprile 2014

"Sei come sei" è solo un romanzo di Melania Mazzucco.

Premettendo il fatto che dietro ad ogni sito c'è una testa con degli ideali e un modo di pensare, e che quindi questo evento è stato presentato con i più svariati titoli pro o contro, io, liceale, volevo dire quello che ne penso.

Non capisco perché tutto questo scandalo.
Non è il primo romanzo nè la prima autrice a toccare il tema dell'erotismo e
dell'omosessualità. Sono due cose molto
normali, e per chi non la pensa così beh
diciamo allora che sono due cose che da
sempre esistono nella società e che
comunque ne fanno parte e quindi secondo me non è sbagliato che, in un liceo ο in generale nella scuola italiana che ha il compito di "aprire la mente" e creare spirito critico, se ne parli.
Quindi secondo me non c'e niente di
sbagliato. Poi ognuno può pensare quello che vuole. Ma volevo solo dire che fin dalla mitologia greca, dalla poesia di Catullo, dagli affresci di Pompei si è sempre parlato di eros e di omosessualità quindi non capisco cosa c'e da difendere in un/una 14enne che legge il libro della Mazzucco se tanto poi sicuramente dovrà studiare tutta la poesia latina classica in cui il tema amoroso viene ampliamente affrontato in tutte Ie sue
sfacciattature toccando anche, spesso, il
tema dell'erotismo e dell'omosessualita. Comunque ormai credo che creare taboo su queste cose sia davvero inutile, in un qualsiasi romanzo, sia moderno che non, è molto semplice trovare parti che toccano questi temi e non credo che un romanzo abbia mai fatto male a qualcuno. Avere un confronto con opinioni diverse non credo debba suscitare tutto questo scandalo anzi dovrebbe essere frutto di accrescimento
personale. Poi ognuno puo rimanere sulle proprie idee ma confrontarsi non è mai sbagliato.

"Può un libro corrompere le giovani menti?"

Qui di seguito riporto la trama del libro pubblicato da Einaudi per far si che ognuno si possa fare la propria idea e ognuno possa vedere quale messaggio ci vuole comunicare l'autrice:
"Sul treno per Roma c'è una ragazzina. Sola e in fuga, dopo un violento litigio con i compagni di classe. Fiera e orgogliosa, Eva legge tanti libri e ha il dono di saper raccontare storie: ha appena undici anni, ma già conosce il dolore e l'abbandono. Giose è stato una meteora della musica punk-rock degli anni Ottanta, poi si è innamorato di Christian, giovane professore di latino: Eva è la loro figlia. Padre esuberante e affettuoso, ha rinunciato a cantare per starle accanto, ma la morte improvvisa di Christian ha mandato in frantumi la loro famiglia. Giose non è stato ritenuto un tutore adeguato, e si è rintanato in un casale sugli Appennini. Eva è stata affidata allo zio e si è trasferita a Milano. Non si vedono da tempo. Non hanno mai smesso di cercarsi. Con Giose, Eva risalirà l'Italia in un viaggio nel quale scoprirà molto su se stessa, sui suoi due padri, sui sentimenti che uniscono le persone al di là dei ruoli e delle leggi, e sulla storia meravigliosa cui deve la vita. Drammatico e divertente, veloce come un romanzo d'avventura, Sei come sei narra con grazia, commozione e tenerezza l'amore tra un padre e una figlia, diversi da tutti e a tutti uguali, in cui ciascuno di noi potrà riconoscersi."

lunedì 28 aprile 2014

Io (non) sono.

La negazione è una bella invenzione del tempo e credo abbiano pensato a me prima di crearla.
Lasciami conoscere chi sei e ti dirò chi non sono.
Ci vogliono palle grandi per dire io sono.
Io non le ho.
Io non... Ecco di nuovo la negazione... non ho le palle.
Non ho via d'uscita.

sabato 26 aprile 2014

giovedì 24 aprile 2014

Cos'è normale?

Purtroppo oggi con "normale" si indica ciò che è nella media, ciò che fa parte della maggioranza, ciò che non è eccessivo, ciò che è abitudinario. E spesso ciò che non è "normale" purtroppo viene considerato "strano". Ma sappiamo che la bellezza spesso sta nella "non normalità", la bellezza spesso la si trova nelle cose nuove, innovative, inaspettate e che se vogliamo possiamo definire "diverse" dal normale. Normale è solo un concetto astratto e assolutamente soggettivo inventato dall'uomo, infatti per esempio un uomo italiano, bianco di pelle, di religione cattolica in Italia è considerato "normale" in India no. L'imposizione del concetto di "normalità" ha portato a stereotipi, pregiudizi, ignoranza e a quell'odio che spesso proviamo verso chi è "diverso", o meglio non uguale, a noi. Ma invece in una società in cui ognuno di noi è unicamente speciale si dovrebbe insegnare a valorizzare e a far sbocciare in ognuno di noi quelle "diversità" che ci accomunano e creano bellezza.

Il giorno in più.

- Un giorno in più, un giorno in meno, cosa cambia?
- Che frase del cazzo è? Un giorno in più può fare tutta la differenza del mondo.
C'è giorno in cui non succede niente e giorno in cui poi succede tutto.
Ma tu lo sai quante volte capita che uno ione di carbonio sia attratto da un atomo di idrogeno? 10 milioni di miliardi di volte al giorno.
E sai quante volte a questa combinazione si aggiunge l'elettrone dell'ossigeno? Solo una.
Almeno fino ad ora è successo solo una volta, e sai cos'è successo quella volta?
- No. Cosa?
- È nato l'universo.
Vaglielo a dire allo ione di carbonio che i giorni sono tutti uguali.

Fabio Volo, Il giorno in più. (film)

giovedì 10 aprile 2014

Con affetto, Giulietta.

Forse diventare grandi significa imparare ad amare e a perdonare, fare un lungo viaggio alla ricerca del tempo che abbiamo perso e che non abbiamo più.
Fabio Volo, Il tempo che vorrei.

martedì 8 aprile 2014

domenica 6 aprile 2014

Amore.

Naturalmente ho bevuto un po’ e sono brillo,  e apro la finestra e fuori c’e l’aria del Sud, di questo mare grande che tutto unisce e tutto mischia e solo una cosa trascina, amore, amore mio infinito. Amore mio oltre le tempeste e i sogni, amore mio oltre gli orchi e la vergogna, amore dolce, amore violento, amore violato, amore.

martedì 1 aprile 2014

Forse in un'altra vita.

Sai la storia della palla che Zeus volle dividere per invidia della sua perfezione? C'è una parte di noi che appartiene a quella storia. Esistono persone che hanno avuto un distacco più fluido ο semplicemente hanno la memoria piu corta, vivono meglio nel presente e se ne dimenticano con facilità.
Altri, invece, piu passano gli anni e più si sentono soli e mutilati e continuano la ricerca. Forse in un'altra vita ameranno qualcuno di sesso diverso, ma in questa non possono, non ce la fanno... hanno semplicemente bisogno di ricomporre se stessi.

Come gli eroi greci.

Gli sussurrai che non era affatto debole, era straordinariamente fragile e potente come tutte Ie persone forti e profonde. Come gli eroi greci di quelle storie epiche che gli avevo letto ogni sera. Fece finta di avermi udito, ma era solo in un campo affannato. II nudo tallone di Achille rimasto fuori dall'acqua.

domenica 30 marzo 2014

Gli sdraiati.

Forse sono di là, forse sono altrove. In genere dormono quando il resto del mondo è sveglio, e vegliano quando il resto del mondo sta dormento. Sono gli sdraiati. I figli adolescenti, i figli già ragazzi. Michele Serra si inoltra in quel mondo misterioso. Non risparmia niente ai figli, niente ai padri. Racconta l'estraneità, i conflitti, le occasioni perdute, il montare del senso di colpa, il formicolare di un'ostilità che nessuna saggezza riesce a placare. Quando è successo? Come è successo? Dove ci siamo persi? E basterà, per ritrovarci, il disperato, patetico invito che il padre reitera al figlio per una passeggiata in montagna?
Gli sdraiati è un romanzo comico, un romanzo di avventure, una storia di rabbia, amore e malinconia. ED È ANCHE UN PICCOLO MONUMENTO A UNA GENERAZIONE CHE SI È ALLUNGATA ORIZZONTALMENTE NEL MONDO, E FORSE DA QUELLA POSIZIONE RIESCE A VEDERE COSE CHE GLI "ERETTI" NON VEDONO PIÙ,  NON VEDONO ANCORA, HANNO SMESSO DI VEDERE.

venerdì 21 marzo 2014

Quale sarà il tuo verso?

Oh me, oh vita!
Domande come queste mi perseguitano,
infiniti cortei d’infedeli,
città gremite di stolti,
che vi è di nuovo in tutto questo,
oh me, oh vita!

Risposta

Che tu sei qui,
che la vita esiste e l’identità,
che il potente spettacolo continui,
e che tu puoi contribuire con un verso.

Walt Withman.

http://youtu.be/IMHfKfzYtRg

Children wake up! It's spring!

giovedì 20 marzo 2014

Giornata internazionale della felicità.

Il 28 giugno 2012 l'ONU ha istituito oggi, giorno 20 marzo, come giornata internazionale della felicità, stabilendo inoltre che: "la ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell'umanità".
Quindi VIVI, sentiti vivo finché vivi; RIDI, chi sa ridere è padrone del mondo; AMA TE STESSO, sei la persona con cui passerai tutta la vita; SII TE STESSO, siamo al mondo per essere veri non perfetti; SOGNA, perché chi rinuncia ai propri sogni è costretto a morire. SII FELICE, te lo meriti, è questa l'essenza della vita, non ti stancare mai di vivere e di essere felice, la vita è troppo bella per essere insignificante.

domenica 16 marzo 2014

Genere e specie.

Sentii le sue braccia che mi fasciavano, la sua testa che si piegava su di me, di colpo divenni fragile e vuoto. Mi voltai a cercare i suoi occhi. Mi strinse una mano sulla bocca. Mi spinse la nuca contro il muro, mi graffiò. Scese a baciarmi. Sentii il suo peso, il suo odore. Riconobbi la pelle e la saliva e tutto. Tutto. Conoscevo fin troppo bene quel sacrificio. Conoscevo la solitudine e il dolore dopo, e tristemente pensai a quel dopo. Lui aveva reso quella strada così cupa, coatta… io ero pronto ad accettarla molto tempo fa. Provò a saltarmi addosso, gli diedi una spinta. Era eccitato, felice…
-Come vuoi, come vuoi tu…
Si tolse i pantaloni, si chinò davanti a me carponi come quando giocava ad asina per strada… mi sorrise con la sua faccia migliore, la più dolce e sottomessa.
-Vieni… ti prego…
Lo vidi perdere i freni, il suo muso torcersi, il suo naso respirare ogni oscenità, il suo intero corpo lacerarsi, soffrire miseramente e rinascere avido. Lo trascinai come un insetto su un altro insetto sussurrando parole d’amore e di stupro. Non chiusi mai gli occhi. Per la prima volta guardai tutto, ogni singola goccia del suo sudore, ogni sussulto della sua schiena. Non vidi nessuna bellezza. Di nuovo pensai a lui vestito da chierichetto, con quella tonaca bianca che toccava terra e raccoglieva il sudicio delle scale, quando saliva appresso al prete per benedire le case… Sentii la forza di quella vittima che mi dominava. Non lottavo più contro me stesso né contro di lui. Non avevo più paura di perderlo, perché lo avevo già perso. Lui non era lì, era nel suo nucleo duro, roccioso, che sempre sarebbe rimasto oscuro. Avrei voluto offrirgli un cura profonda, la profondità non era quella che credevamo di trovare nelle nostre membra. Non riconoscevo l’odore del suo cuore… non vedevo altro che ali di ombra. Una parte di me rimase lucida, rifiutò il dolore che poi sarebbe venuto. Ero un uomo provato dalla vita, non ero più un pollastro. Ma ero un uomo libero, se avessi voluto avere una vita scabrosa avrei potuto averla. Ma non volevo. Lo amavo, lo avrei amato fino in fondo ai miei giorni. Ma non lo conoscevo, mi era ignoto. Sentii il mio sesso diventare inutile, morto.

-Scusa, non ce la faccio.
Mi staccai da lui, violentemente mi rimisi in piedi, è l’ultima volta, pensai, è una coda. Non avevo nessuna intenzione di ricominciare. Mi sentivo guarito e non sapevo da cosa. Rimasi così, assorto, incredulo. Non di quello che era passato nel mio corpo. Ma di quello che era accaduto nella mia anima. Sapevo che sarebbe scappato, che in fretta si sarebbe rinfilato i suoi stracci e sarebbe ritornato a fare il padre di famiglia. Attesi la sua faccia ricomposta, il suo brutale saluto. Non m’importava. Lo avrei lasciato andare con una sola preghiera, di non farsi vedere mai più. Mi tirai su i pantaloni, mi chiusi in bagno e attesi che se ne andasse. Guardai in basso il cortile… e sentii la stessa solitudine, la stessa voglia di cadere.
Tornai di là per riprendermi i vestiti. Lo trovai esattamente dove l’avevo lasciato, di spalle, nudo, anche lui guardava il cortile.
-Cosa fai lì?
Scosse le spalle, buttò la cenere della sigaretta in basso, sorrise.
-Sei diventato impotente.
-Forse.
-Colpa mia?
-Forse.
-È tutto forse, oggi, Guido… tutto forse…
Si stese sul pavimento. Rimase lì a pancia in aria, avvolto dal buio, come un suntuoso animale morto.
-Non te ne vai?
-Vuoi che vada?

Sollevò le braccia, accavallò le dita delle mani, fece due animaletti. Un gioco d’ombre che si rifletteva sul soffitto nel cerchio di quell’unico abat-jour ancora acceso. Tirò fuori due voci, una infantile, una greve. Cominciò a parlare e a rispondersi con quelle dita. Ciao, come stai? Sono molto stanco. E perché? Perché la vita e una schifezza. Cosa ti è successo? Sono stato maltrattato. Ma non hai qualcuno che ti ama? Non lo so se mi ama. Chiediglielo.
Strisciò in terra, mi prese le gambe…
-Vieni qui, Guido…
Mi chinai accanto a lui. Piangeva, tirava su col naso. Un pianto rotto, straziato, che sembrava sollevarsi dallo stesso abisso dove lo avevo visto gioire poco prima…
-Mi ami?
Allungai una mano verso il soffitto e feci il mio animaletto con le dita, mossi la mia ombra zoppicante.
-Non so chi sei.
-Sono Costantino.
-Chi è Costantino?
-Sono io.
-Genere e specie.
-Uomo. Traumatizzato.
-Genere e specie.
-Uomo. Omosessuale.
-È questo il trauma?
-Sì.
-Non è un trauma, sono io. Sono Guido.
Unimmo le dita. I nostri animaletti si raggiunsero, le ombre si bacarono, le dita si strinsero. Ci rivestimmo. Attraversammo il cortile.
Il Tevere era ancora lì. Tutto era intatto come capita al cento di certe estati, di certe giornate al centro della vita. Quando la gioia e il dolore, lo slancio e il disgusto, ogni nostra metà sembra in perfetto equilibrio sul filo dell’orizzonte.

dal libro "Splendore" di Margaret Mazzantini.
foto "Brennan ( Clear Poncho)" di Ryan McGinley.

lunedì 10 marzo 2014

Interpretazione di un sogno.

Ebbene sì, ho conosciuto la mia ombra. Ci siamo incontrati. Era lì, davanti a me. Ci siamo guardati negli occhi e mi ha detto :"Ma che fai?  Non mi riconosci?" e allora gli sono saltato addosso come due vecchi amici che non si vedono da tempo. Poi, abbracciati, sempre come due vecchi amici, usciamo da teatro. Ma è li che ad un certo punto arriva la mia anima, si fa cadere il cappotto addosso. Mi si mostra, parliamo un po', decidiamo di fare una foto. Ma alla fine al risveglio non avrò nessuna foto in cui io, con la mia ombra, e la mia anima saremo tutti insieme uniti in un istante.

Favole per adulti ovvero proprio le favole aiutano a diventare grande.

E poi quando non sei più bambino cambi modo di vedere. Cambi modo di vedere pure le favole. Trovi un secondo significato, un altro messaggio educativo, un lieto fine diverso.
Alla fine le favole ci hanno insegnato ciò che davvero è importante nella vita. Amare.
Questo è quello che si deve insegnare ai bambini. E purtroppo ormai i bambini di oggi non crescono più con le favole.
Le favole ti fanno capire che non è importante di chi ti innamori o da quando tempo conosci la persona che ami. Le favole ti raccontano che devi fare di tutto pur di poter amare liberamente.
Le favole sono la metafora della vita umana.
Le favole aiutano a crescere. Proprio le favole aiutano a diventare grande. Leggiamo più favole ai nostri bambini. Educhiamo i nostri bambini al sentimento più nobile, educhiamo i nostri bambini all'amore,  l'unico sentimento che muove davvero il mondo.

venerdì 7 marzo 2014

Dov'è finito tutto l'amore?

Dov'è finito tutto l'amore? L'amore per un lavoro che era tutto noi stessi e a volte anche oltre? L'amore che dava sapore ad ogni cosa? Quell'amore che ci aspettava anche solo per una carezza? Che ne è stato dell'amore che fa crescere un figlio? C'è più amore o cemento nelle nostre case? Dove sono finite le parole d'amore? Il coraggio d'amare? Forse ci siamo stancati di amare? Abbiamo perso il controllo? Perché? Perché non viviamo più con amore?

La Grande Bellezza.

Quando sono arrivato a Roma, a 26 anni, sono precipitato abbastanza presto, quasi senza rendermene conto, in quello che potrebbe essere definito "il vortice della mondanità". Ma Io non volevo essere semplicemente un mondano. Volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire.

Finisce sempre così. Con la morte. Prima, però, c'è stata la vita, nascosta sotto il bla bla bla bla bla. È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore. Il silenzio e il sentimento. L'emozione e la paura. Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell'imbarazzo dello stare al mondo. Bla. Bla. Bla. Bla. Altrove, c'è l'altrove. Io non mi occupo dell'altrove. Dunque, che questo romanzo abbia inizio. In fondo, è solo un trucco. Sì, è solo un trucco.
dal film "La Grande Bellezza" di Paolo Sorrentino.

https://www.youtube.com/watch?v=cJ8O-Y2CXk8&feature=youtube_gdata_player

Abbiate rispetto della vostra curiosità.

Mi piacerebbe lasciare un piccolo concetto semplice semplice. Io vorrei dire ai miei spettatori abbiate rispetto della vostra curiosità. Assecondatela. Molti la frenano, perché sono pigri, moralisti, indolenti. Sono scettici. Oddio, anche ignoranti.
da una scena tagliata dal film "La Grande Bellezza" di Paolo Sorrentino.

https://www.youtube.com/watch?v=PQgAcsTy0Nk&feature=youtube_gdata_player

https://www.youtube.com/watch?v=hbNCGU5Jzpg&feature=youtube_gdata_player

lunedì 24 febbraio 2014

Vero e basta ovvero avremo mai il coraggio di essere noi stessi?

Alla fine quella che nascondiamo a noi stessi è la verità. Alla fine ognuno sa la propria verità. E spesso questa verità coincide anche con quella che sanno tutti gli altri. Ma a noi non piace che tutti sappiano la nostra verità. No, ognuno vuole tenersela per se la propria verità. Come siamo egoisti, o forse come siamo miseramente umani. Si, perché in realtà vogliamo solo difenderci. In realtà vogliamo solo fare in modo che nessuno ci possa conoscere davvero fino in fondo. Alla fine ci piace manipolare la verità e dare ad ognuno quella parte di verità che lo possa rendere felice. Perché ci piace vedere le persone felici. Ma non pensiamo mai alla nostra di felicità. Non siamo venuti al mondo per accontentare gli altri, per nasconderci o per assecondare. Siamo venuti al mondo per essere veri, per essere noi stessi. Ma spesso moriamo senza aver mai vissuto, esistendo e basta. Ma io non voglio fare questo errore comune. Io ci credo ancora. Io voglio continuate a crederci. Io lo prometto. Io voglio essere vero e basta.

Avremo mai il coraggio di essere noi stessi?

La verità non la dice nessuno.

La verità non la dice nessuno. La verità non la dice il professore a scuola come non la dice la famiglia a casa come non la dice il presidente allo stato e come non la dice il prete in chiesa. La verità nessuno la vuole dire. La verità, spesso, nessuno la vuole sapere. La verità è un qualcosa di proprio, di privato e di personale. La verità è come se ognuno di noi un giorno se la trovasse di fronte, la vedesse brutta e non adatta alla società,  e così decidesse di aggredirla, di stringergli le mani alla gola, di prenderla e strangolarla per farla soffocare, per farla uccidere con la sua stessa aria che in quel momento gli si fa mancare. Poi c'è chi la mette in un sacco, chi la fa a pezzetti, chi la imbalsama, ma alla fine tutti la sotterriamo. E speriamo che mai nessuno la riesca a trovare. Sappiamo che c'è tanta terra dove poter scavare, ma spesso, con la paura del sapere in quale punto del terreno si trova,  inconsciamente induciamo qualcuno all'esatto punto dove sta sotterrata. E poi la è tutto da decidere. Sta a chi la trova, il compito di decidere se scavare per trovarla o meno. E sta a chi sa da sempre dove l'ha sepolta, il compito di decidere se è meglio continuare a dire "no non sta lì,  cerca da qualche altra parte" continuando a mentire e cercando di confondere l'avversario oppure finalmente aprirsi e con le proprie mani scavare la terra e riesumare la verità.  Poi, dopo tanta fatica, dopo tante speranze,  dopo tanta falsità il compito va preso insieme e lì bisogna rimettere tutto in gioco.

Imparalo per la tua felicità.

Impara a fregartene. Impara a mandare a fanculo quando serve e a buttare fuori tutto ciò che ti tieni dentro. Imparalo per te, per la tua felicita.

Mantra.

http://www.mantrahooponopono.com

domenica 23 febbraio 2014

La verità è che mi sento morire dentro e la bugia è che non mi importa poi così tanto.

venerdì 21 febbraio 2014

Contronatura.

Mi piegai per entrare nella tenda. NMazzantini. ra gia accaduto, molto tempo prima. Ε davvero non c'era bisogno di coraggio.
Mi stesi e respirai quell'odore di plastica, fermo da dieci anni e più, guardai il tessuto con i segni delle pieghe, Ie zip. Fuori era blu, dentro era arancione, una canadese. Mi stesi sotto quella volta arancione come sotto il più grande dei cieli. Me ne stetti lì beato come un neonato in quel ventre di plastica, stesi Ie braccia e toccai Ie pareti, ero cresciuto.
L'acheo era li, scolpito, impolverato di sabbia, il cranio nudo come un elmo e quella faccia da bambino. Non entrava. Fui io a chiamarlo.
- Entra.
- Posso?
Si chinò e scivolo dentro, accanto a me. Restammo un pezzo così, I'uno accanto all'altro. Mi sollevai e tirai giù la zip, tornai a stendermi gli presi la mano e gliela tenni, ed era bagnata perché faceva molto caldo. Aveva montato quella tenda, aveva saputo cosa fare.Ci fu un silenzio grave, eppure spensierato, perché nulla più era difficile per me.
Mi voltai appena con il collo e ci guardammo con nuovi occhi, svelati e assolutamente perfetti. Ε io sollevai la mano e gli carezzai il volto e ci baciammo e assaggiammo uno la saliva dell'altro e il calore della bocca e il fresco dei denti e io sentii come muoveva la lingua, con più pace di me, e io divenni più lento, ed era esattamente come doveva essere, come il rifugio, un lungo tunnel che arrivava direttamente al centro di me stesso e tirava tutto il corpo e tutto quello che c'era oltre il corpo, e tutto era risucchiato e aveva un posto preciso. Ε non so come andammo avanti, ma non fu affatto difficile. II suo collo si tese come una frusta, come frustato, come il lungo collo di un cavallo senza più redini e uomo, la sua bocca s'apri, e non avevo mai visto una bocca più grande, in un urlo più silenzioso e travolgente. Mi teneva la mano sulla nuca, batteva la sua fronte contro la mia, rideva e piangeva, e diceva il mio nome e amore, amore mio. Ε sentivo che niente, mai più, sarebbe stato uguale a quel momento. Ε non sapevo che fosse così domestico e così selvatico.
E davvero accadde, e fu contro natura, e davvero vorrei sapere cos'è la natura, quell'insieme di alberi e stelle, di sussulti terrestri, di limpide acque, quel genio che ti abita, che ti porta a fronteggiare a mani nude Ie tue stesse mani e tutte Ie forze del mondo.
Allora fu natura, la nostra natura che esplose e trovò l'espressione più dolce e benevola. Ci trovammo. Come il vento che organizza il mondo, lo rade al suolo e lo riedifica lentamente. Costantino non voleva, neppure io volevo, almeno così credo di ricordare. Ma cosa so io, che poi la vita e il suo desiderio non abbiano contraddetto? Dolcemente caddero i suoi abiti come armature che si liquefanno. I suoi ruvidi vestimenti di ragazzo. Lui grosso, io magro, lui povero, io figlio di misera gente benestante. Mi guardò, i suoi occhi parevano cadere, appartenuti a molti altri uomini prima di lui, soldati morti in battaglia, monaci, assassini, eremiti. Ε adesso solo i suoi.
- Ti amo - dissi, - ti amo.
- Anch'io ti amo, Guido, da sempre.
Stupiti ci sollevammo in quel cielo di plastica arancione, ci piegammo come uomini sulle messi e raccogliemmo il nostro grano in quell'immenso splendore.

Quando uscimmo dalla tenda la spiaggia era un nuovo mondo.
Ero semplicemente io, ricongiunto a me stesso. Facemmo il bagno e ormai imbruniva e Ie nostre gambe erano delicate, come due animali messi dritti da poco, e fu un bagno lenitivo, ci lasciammo cullare e l'acqua sembrava il nostro universo.
Poi restammo vicini sul bagnasciuga, a toccarci Ie mani nel mare che scendeva e saliva. Ε furono momenti infiniti perché ogni cosa tornava e passava, perché Ie nostre mani nell'acqua venivano sepolte dalla sabbia e poi pulite, e quella sabbia era la vita, la prima volta che arrivò dal mare e si depositò: era lì nelle nostre dita.
- Adesso siamo noi.
- Noi, si.
Ε non dicemmo altro, passammo il tempo a guardarci e a sorriderci. Ci si innamora quando si fa l'amore, la carne è l'unica spiaggia che Ie anime hanno. La sabbia era vergine alle nostre spalle e noi l'avevamo attraversata. Potevamo vedere Ie impronte lasciate dai nostri piedi, una colonna di palme e dita su quelle dune che adesso sembravano davvero la luna. Non facemmo nessun piano, fu subito tardi e lui perdeva il treno, e gli avrebbero dato i giorni, tolto Ie licenze. Si rinfilò la divisa sulla spiaggia, inciampando, la sabbia nelle scarpe. Sradicammo la tenda e la buttammo nello zaino. Poi quel viaggio di ritorno, pieno di moscerini e di luci e di sbandate sulle strisce dei tram, e io non avevo nemmeno la miscela e i distributori erano chiusi. Arrivammo col singhiozzo in fondo a via Nazionale, lui salto giù e corse e basta. Tornai verso casa a piedi nudi spingendo il motorino. Nella camera di mia madre c'era ancora il copriletto gualcito del mattino quando era stata portata via, mi stesi esattamente lì, sulla sua forma. Presi il suo cuscino, me lo misi tra Ie gambe e mi addormentai su quel fianco, beato.

dal libro "Splendore" di Margaret Mazzantini. 
Fotografia di Ryan Mcginley.

mercoledì 19 febbraio 2014

Desiderare di possedere ovvero un disperato bisogno di crederci.

Ho la sensazione che tu sia una persona che cerca continuamente ma che non vuol trovare, cerchi sempre dove sai che non trovi perché non vuoi possedere, vuoi solo desiderare di possedere. Questo è il motore della tua esistenza, la continua ricerca senza fine. La ricerca di un'autenticita perduta o forse mai esistita. II tuo cinismo sull'amore è tipico di chi in realta ha un disperato bisogno di crederci.

martedì 18 febbraio 2014

Narciso.

Mi hanno sempre insegnato ad amare me stesso prima di amare gli altri e adesso, forse, non riesco ad amare gli altri perché ho imparato ad amare me stesso.



mercoledì 12 febbraio 2014

Felicità.

"Ho scritto questa frase in quarta di copertina che non è "voglio qualcuno vicino per essere felice" o "voglio qualcuno vicino per renderlo felice". Ho scritto questa frase per far capire a tutti che OGNUNO È RESPONSABILE DELLA PROPRIA FELICITÀ.

Fabio Volo.

martedì 11 febbraio 2014

Un posto nel mondo.

Voglio lasciarmi andare,
Voglio di più per me.
Voglio buttarmi
per cadere verso l'alto.

La strada verso casa.

Può esistere al mondo un posto sereno per una persona che non si è sentita a suo agio a casa sua?
Fabio Volo, La strada verso casa.

mercoledì 5 febbraio 2014

Eliminazione della storia dell'Arte nelle scuole italiane ovvero vogliamo cultura, che è libertà.

NON È POSSIBILE.
Non è possibile, non è giusto, non è utile e non è assolutamente educativo abolire la storia dell'Arte dalla scuola italiana. Non si può privare a noi ragazzi, che siamo il futuro, la conoscenza di una tra le poche forme di espressione dell'animo umano. Si, perché ARTE È IMMAGINAZIONE, È SENTIMENTO, È EMOZIONE, TUTTE SENSAZIONI UNIVERSALI ED ETERNE. L'arte accomuna il mondo, le varie culture che da sempre hanno riversato loro stesse nell'arte, da quella primitiva delle statuette di roccia e delle incisioni rupestri, allo scoppio del Rinascimento fino all'arte d'avanguardia che adopera con tecnologie avanzate ed installazioni.
Il discorso alla fine è semplice, vogliono sempre più PRIVARCI LA CULTURA. Quella cultura che già vedo mancare quando i miei compagni non riconoscono a colpo d'occhio una "Nascita di Venere" o una "Primavera" di Botticelli o una "Scuola d'Atene" di Raffaello o una "Pietà" o un "Mosè" di Michelangelo o una "Dama con l'ermellino" di Leonardo Da Vinci o un "Amore e Psiche" o "Le Grazie" di Canova o "La ragazza con l'orecchino di perla" di Vermeer o uno "Stagno delle ninfee" di Monet o una "Colazione dei canottieri" di Renoir o una "Notte stellata" di Van Gogh o un "Bacco" di Caravaggio o un "Guernica" di Picasso. In conclusione, credo davvero che il fatto di eliminare la storia dell'Arte dalle scuole d'Italia, paese che offre più dell'80% dell'arte in tutte le sue forme, sia un atto che si commenta da solo.
VOGLIAMO CULTURA, CHE È LIBERTÀ.

 http://www.bloggokin.it/2014/02/05/abolita-la-storia-dellarte-in-italia/?fb_action_ids=10202525894101246&fb_action_types=og.likes&fb_source=other_multiline&action_object_map=%5B1419293054979087%5D&action_type_map=%5B%22og.likes%22%5D&action_ref_map=%5B%5D




martedì 4 febbraio 2014

Chi crede nel destino.

Anche chi crede nel destino guarda a destra e a sinistra prima di attraversare la strada.

Futuro.

“Bisogna essere sicuri di fare ciò per cui si è portati. Ai giovani dico di trovare dentro di se la forza per andare avanti e sfondare quelle porte che all’inizio sembrano chiuse ma che in realtà sono delle semplici porte.”
Da un'intervista ad Andrea Mariano alias Andro, tastierista della band salentina "Negramaro.

Disponibile a tutte le situazioni di amore, di affetto, di amicizia, di sentimenti, di tenerezza.

Cioè io non mi sento omosessuale, questo è il problema di fondo, hai capito? Ti ripeto, credo che ogni uomo, e l’ho anche detto e scritto in alcune canzoni, debba organizzare la sua sessualità per quello che sono le sue richieste; è in questo senso che credo nell’organizzazione; però non mi sento omosessuale e mi sembra imbecille che dica di esserlo e mi sembrerebbe ancora più imbecille se mi sentissi omosessuale e non lo dicessi. Hai capito? Ho un grande rispetto per gli omosessuali come per tutti gli uomini in genere anche per quelli che in realtà mi sembrano miei nemici, ma credo che il rispetto sia la costante che si debba avere per qualsiasi situazione di diversità, anche fisica, razziale…[...] Non mi sento omosessuale, ma veramente, spero che lo capisca: non mi sento omosessuale. Mi sento pronto e disponibile a tutte le situazioni di amore, di affetto, di amicizia, di sentimenti, di tenerezza. Ecco, questo vuol dire che sono un uomo disponibile, ma fondamentalmente la mia cultura non è una cultura omosessuale, il mio modo di organizzare il lavoro non è omosessuale, ho amici quasi tutti eterosessuali non per mia scelta ma per una serie di contatti che sono legati al mio lavoro; ho anche amici omosessuali che rispetto e ai quali voglio molto bene e che tratto come qualsiasi altro amico.
Da un'intervista a Lucio Dalla.

"E la luna è una palla ed il cielo un biliardo. Quante stelle nei flipper sono più  di un miliardo. Ma dimmmi tu dove sarà, dov'è la strada per le stelle? Mentre parlano si guardano e si scambiano la pelle. E cominciano a volare, con tre salti sono fuori dal locale e con un aria da commedia americana sta finendo anche questa settimana, ma l'America è lontana, dall'altra parte della luna che li guarda e anche se ride a vederla mette quasi paura."

https://www.youtube.com/watch?v=74kJLYGf2ZY&feature=youtube_gdata_player

domenica 26 gennaio 2014

mercoledì 22 gennaio 2014

Autumn.

Autumn is the hardest season. Leaves are falling. They are falling like they are falling in love with ground.

martedì 21 gennaio 2014

I francobolli.

Nessuno. Due o tre. Davvero in pochi lo sanno. O meglio, davvero a pochi l'ho detto. Molti si meravigliano. Si, ho 17 anni e colleziono francobolli. Cose da vecchi. Eppure sono l'unica cosa che ancora adesso mi ritrovo, l'unica cosa duratura che ho fatto nella mia vita, l'unica cosa che ancora oggi mi emoziona come la prima volta. Forse i francobolli rispecchiano la mia essenza. Un po vecchi, ordinati, logorati, colorati, sgualciti e solo per chi li sa davvero apprezzare preziosi. Quando mi occupo dei francobolli sono davvero me stesso. Ci metto impegno e passione, li stacco con rigorosa precisione dalla busta poi li bagno e li asciugo per farli staccare dalla carta, ogni tanto rimane un po di colla ma la lascio lo stesso, è piacevole. Poi li ordino con grande rigore. Mi piace mettere ordine. Li divido per posti, piante, animali, eventi, personaggi, antichi, serie,  stranieri, ripetuti ecc. Ne ho esattamente 183. Ormai è anche difficile e raro trovarli, e quindi per me assumono ancora più valore. Qualcosa del passato.
E niente, sono li, mi rispecchiano e ne vado fiero.
Sono l'unica cosa che di concreto è durato nella mia vita.

lunedì 13 gennaio 2014

È importante.

È importante avere accanto qualcuno che sappia sorridere, il sorriso è contagioso!

Quando ho cominciato ad amarmi davvero.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono reso conto che la sofferenza e il dolore emozionali
sono solo un avvertimento che mi dice di non vivere contro la mia verità.
Oggi so che questo si chiama
AUTENTICITA’
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito
com’è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri,
pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta,
anche se quella persona ero io.
Oggi so che questo si chiama
RISPETTO PER SE STESSI.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso
di desiderare un’altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda
é un invito a crescere.
Oggi so che questo si chiama
MATURITA’.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre
ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello
che succede va bene.
Da allora ho potuto stare tranquillo.
Oggi so che questo si chiama
RISPETTO PER SE STESSI.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di privarmi del mio tempo libero
e di concepire progetti grandiosi per il futuro.
Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento,
ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi.
Oggi so che questo si chiama
SINCERITA’.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò
che non mi faceva del bene: cibi, persone, cose, situazioni e da tutto ciò
che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso,
all’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma oggi so che questo è
AMORE DI SE’
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di voler avere sempre ragione.
E cosi ho commesso meno errori.
Oggi mi sono reso conto che questo si chiama
SEMPLICITA’.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono rifiutato di vivere nel passato
e di preoccuparmi del mio futuro.
Ora vivo di piu nel momento presente, in cui TUTTO ha un luogo.
E’ la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo
PERFEZIONE.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono reso conto che il mio pensiero può
rendermi miserabile e malato.
Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore,
l’intelletto è diventato un compagno importante.
Oggi a questa unione do il nome di
SAGGEZZA DEL CUORE.
Non dobbiamo continuare a temere i contrasti,
i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri
perché perfino le stelle, a volte, si scontrarno fra loro dando origine
a nuovi mondi.
Oggi so che QUESTO è LA VITA.
- Charlie Chaplin.
Dall'originale poesia inglese “When I loved myself enough” scritta da Kim e Alison McMillen

lunedì 6 gennaio 2014

Una nuova dimensione.

Non aspettarsi nulla è una grande arte. Quando non viviamo più nell'aspettativa, allora viviamo in una nuova dimensione. Siamo liberi.
- Francis Lucille.

domenica 5 gennaio 2014

venerdì 3 gennaio 2014

Non, rien de rien.

"Non, rien de rien
Non, je ne regrette rien
Ni le bien qu'on m'a fait, ni le mal
Tout ça m'est bien égal"
"No, niente di niente
No, io non rimpiango niente
Né per il bene che mi hanno fatto, ne per il male
Tutto questo per me è uguale"
- Édith Piaf.


https://www.youtube.com/watch?v=G8xtj9gFE90&feature=youtube_gdata_player